INCIDENTI SUGLI SCI
Lo sci è uno sport che negli ultimi decenni ha accresciuto il numero di praticanti di ogni età e genere. Precisando che qualunque disciplina sportiva va affrontata con un'adeguata preparazione atletica ed in buono stato psicofisico, è indubbio che nello sci tali accortezze debbano essere maggiormente valorizzate in quanto l'atleta risulta poco protetto rispetto alle elevate velocità che si possono raggiungere durante una discesa (superiori ai 100 km/h). Si precisa che molti incidenti avvengono all'inizio o al termine dell'attività poiché, a muscolatura fredda o affaticata, siamo più esposti a commettere errori o impossibilitati a correggerli. L'industria sciistica, se da un lato ha portato ad elevati standard di sicurezza delle attrezzature, quali gli attacchi e gli scarponi, dall'altro ha creato nuovi attrezzi (snowboard) che, utilizzati su piste da sci sempre più "lavorate" per ottenere un manto nevoso compatto e consistente, aumentano la velocità di discesa ed i conseguenti rischi. Per quanto riguarda gli sci, gli infortuni più comuni sono le distorsioni, che occupano il 32% del totale, seguite dalle contusioni (26%), dalle fratture (14%), ferite (9%), lussazioni (8%) e altro (11%). Situazione differente per lo snowboard, che vede al primo posto tra gli infortuni più comuni le contusioni (32%), e a seguire le fratture (24%). Le ginocchia sono la parte del corpo che più sono interessate dagli incidenti sugli sci, mentre lo snowboard le salvaguarda maggiormente, a discapito degli arti superiori che sono più esposti Nel caso degli sci, gli infortuni riguardano gli arti inferiori nel 53,4% dei casi, mentre quelli superiori il 15,3% e la zona del cranio e della faccia nel 13,4%; per quanto riguarda lo snowboard, gli infortuni agli arti superiori rappresentano il 44,5% del totale, e quelli inferiori il 23%.
Durante la sciata sul ginocchio sono esercitate forze di torsione, flessione e rotazione che, quando superano la capacità di resistenza dei legamenti, possono generare una distorsione. È questo l’infortunio più comune tra gli amanti dello slalom e delle discese. La conseguenza di un trauma distorsivo è la rottura dei legamenti, del crociato anteriore ma anche di quelli collaterali, sia laterale che mediale. Una caduta può comportare una lesione degli altri tessuti dell’apparato capsulo-legamentoso, come i menischi. L’esito di un incidente sulle piste può anche causare una frattura, ad esempio quella del piatto tibiale. Meno frequenti, ma comunque invalidanti, le fratture alla caviglia, che è un’articolazione che beneficia della protezione degli scarponi ma che comunque non è del tutto esente da rischi. Particolare attenzione va riposta ai traumi cranici e toracici, soprattutto in caso di impatto contro le strutture di protezione delle piste (pali, barriere frangivento), alberi o abitazioni, che potrebbero mettere in serio pericolo la vita dello sciatore. Di seguito si riassumono i distretti più colpiti:
- Ginocchio: strutture capsulo legamentose quali menischi, legamento crociato anteriore e legamento collaterale mediale.
- Spalla: distorsione di spalla, lussazione scapolo omerale, lussazione acromion claveare, frattura dell'omero e della clavicola.
- Polso: distorsione radio carpica, distorsione della metacarpo falangea del primo dito, frattura di polso, frattura di scafoide.
- Cranio e rachide cervicale: traumi cranici commotivi e non, distorsione del rachide cervicale.
- Fratture di femore e tibia.
- Trauma toracico.
La legge 363/03 ha introdotto, a decorrere dal 1° gennaio 2005, l’obbligo dell’uso di un casco protettivo “omologato” per i minori di 14 anni, per la pratica sia dello sci alpino sia dello snowboard. Anche se gli adulti sono esentati dall'obbligo del casco, va rimarcato come l'uso di tale dispositivo di protezione sia comunque una buona prassi a prescindere dall'età. Del resto, uno sciatore inesperto, grazie all'attrezzatura tecnica oggi comunemente disponibile, può raggiungere facilmente velocità di 40/50 km/h, certamente paragonabili a quelle di un motorino, cosicché l’introduzione dell’obbligo del casco per tutti gli sciatori risponderebbe alla medesima ratio che giustifica l'obbligo previsto dalla legge per tutti i centauri.
La maggior parte degli incidenti (73%) avviene per caduta accidentale dovuta a perdita di controllo degli attrezzi mentre gli scontri sono il 14% sul totale degli eventi. In generale, ogni sciatore deve tenere una velocità e un comportamento specifico di prudenza, diligenza e attenzione adeguati alla propria capacità, al tipo di pista, alla segnaletica e alle prescrizioni di sicurezza esistenti, nonché alle condizioni generali della pista, alla libera visuale, alle condizioni meteorologiche e all'affollamento delle piste. La velocità deve essere particolarmente moderata nei tratti a visuale non libera, in prossimità di fabbricati od ostacoli, negli incroci, nelle biforcazioni, in caso di nebbia, di foschia, di scarsa visibilità o di affollamento, nelle strettoie e in presenza di principianti. In tema di precedenza, lo sciatore a monte deve mantenere una direzione che gli consenta di evitare collisioni o interferenze con lo sciatore a valle Chi intende sorpassare un altro sciatore, invece, deve assicurarsi di avere sufficiente spazio e visibilità. Negli incroci si deve dare la precedenza a chi proviene da destra o secondo le indicazioni della segnaletica. Il sorpasso può essere effettuato sia a monte sia a valle, sulla destra o sulla sinistra, ad una distanza tale da evitare intralci allo sciatore sorpassato. E nel caso di scontro, si presume, fino a prova contraria, che ciascuno sciatore abbia concorso ugualmente a produrre gli eventuali danni. Chi decide di fermarsi deve portarsi a bordo pista, evitando i passaggi obbligati, la prossimità dei dossi o luoghi senza visibilità.
Per quanto riguarda la sicurezza delle piste e degli impianti, la normativa prevede una serie di obblighi atti a garantire la sicurezza degli utenti. In primis, e questo è preliminare e condizione per la stessa autorizzazione all'esercizio, tutti gli impianti di risalita devono aver passato il vaglio delle omologazioni tecniche, dunque di idoneità al loro utilizzo pubblico, rispettosi di ogni dato tecnico e sicuri; ovvio che ove questo venga meno per effetto di qualche difetto o mancanza, in caso di incidente, sarà accertata una responsabilità del gestore. Su di questi poi, ai fini della sicurezza, grava l’onere di nominare un responsabile di esercizio e dedicare il personale di pedana sia nella stazione di partenza che in quella di arrivo; il personale ivi presente dovrà vigilare costantemente sul corretto funzionamento dell’impianto e quindi sui suoi meccanismi di agganciamento, partenza, trasporto, arrivo e deflusso degli sciatori.
La legge 363/03 prevede che i gestori assicurino agli utenti la pratica delle attività sportive e ricreative assicurando la messa in sicurezza delle piste anche mediante l’apposizione della segnaletica ed individuando i soggetti cui spetta la direzione della sicurezza delle piste medesime. I gestori hanno altresì l’obbligo di proteggere gli utenti da ostacoli presenti lungo il percorso, mediante l’utilizzo di adeguate protezioni, e segnalare eventuali situazioni di pericolo. Le segnalazioni riguardanti lo stato della pista o la chiusura della stessa vanno poste, in modo ben visibile al pubblico, all'inizio della discesa, nonché presso le stazioni di valle degli impianti di trasporto a fune.
Per informazioni sulla ricostruzione di incidenti sugli sci contattare la segreteria di Biomeccanica Forense.