LA BIOMECCANICA DEI TRAUMI
La biomeccanica dei traumi utilizza i principi della meccanica per determinare la risposta ed il livello di tolleranza dei tessuti biologici nelle condizioni di carico che possono derivare da incidenti stradali, attività sportiva, o vita quotidiana. Attraverso un approccio multi-disciplinare, di tipo ingegneristico e medio-legale, vengono analizzate le risposte alle sollecitazioni delle varie regioni anatomiche quali il complesso cranio-cervicale, la colonna vertebrale, il torace, l'addome, le estremità degli arti.
I traumi conseguenti ad un incidente stradale possono essere chiusi, penetranti, termici, iperestensòri o iperflessòri, e comunque dipendenti dalla velocità e dell'entità dell'energia trasferita verso le strutture anatomiche della vittima e della resistenza dei tessuti stessi. In particolare, dal momento che la struttura interna del corpo umano è di differente natura, composizione, rigidezza (ad es. muscolo vs osso), è intuitivo che la risposta alla sollecitazione dipenda dalla velocità con cui si trasmettono le onde d'urto sui vari tessuti e, soprattutto, dalla densità della loro massa. Durante un incidente stradale, la superficie del corpo umano viene investita da una certa energia, che può produrre lesioni ove venga superata la resistenza della prima barriera cutanea, e che viene successivamente trasferita e dissipata nei tessuti corporei più interni, continuando a produrre possibili effetti lesivi dipendenti dalle caratteristiche biomeccaniche del segmento corporeo che viene attraversato. Per quanto riguarda gli incidenti stradali, la diversa tipologia di lesioni è strettamente correlata alla cinematica dell'impatto, che può essere di tipo frontale, laterale, angolare, collineare (tamponamento), ribaltamento, ed a cui è necessario aggiungere gli effetti lesivi "secondari" derivanti dal movimento degli occupanti all'interno dell'abitacolo, dalla loro possibile eiezione al di fuori del veicolo, dai movimenti relativi intracorporei dei vari organi.
I traumi conseguenti ad un incidente sportivo possono avvenire per la ripetitività del gesto atletico, sia in allenamento che in gara. L'atleta sottopone a sollecitazione le proprie strutture osteomuscolari esponendosi al rischio di produrre nel tempo patologie da sovraccarico funzionale. Per meglio comprendere il lavoro articolare di uno sportivo professionista, basti pensare che un nuotatore di elevato livello di qualificazione, durante una stagione agonistica di 10 mesi, tra allenamenti e gare esegue con l’arto superiore 1.000.000 di bracciate, con tutte le implicazioni che ciò può comportare sulle spalle. Oltre a questo rischio l’atleta, soprattutto se inesperto o poco allenato, può eseguire il gesto atletico scorrettamente od in condizioni non ottimali creando i presupposti per danneggiare il proprio organismo. Le lesioni acute invece riconoscono un momento meccanico preciso (cadute o colpi diretti) che produce lesioni immediate dolorose e che impone la sospensione dell’attività.
La biomeccanica dei traumi può essere suddivisa in:
INCIDENTI STRADALI:
- Il colpo di frusta;
- La biomeccanica del pedone;
- La biomeccanica del ciclista;
- La biomeccanica del motociclista;
- Le lesioni dell'automobilista;
- I criteri lesivi negli incidenti stradali.
INCIDENTI SPORTIVI:
- Incidenti sugli sci